Dopo gli approfondimenti in tema di “Guida in stato di ebbrezza” e “Guida in stato di alterazione psico-fisica per l’uso di sostanze stupefacenti”, ove abbiamo specificato la vigente normativa contenuta nel Codice della Strada, e precisamente negli artt. 186 e 187, e dopo le problematiche evidenziate ne “L’accertamento dello stato di alterazione, durante la guida, conseguente all’assunzione di alcool o droghe”, pubblichiamo ora un articolo redatto dal Dott. Elio Santangelo, Medico-Chirurgo, Specialista in Medicina Legale e delle Assicurazioni, e Dirigente Medico presso l’Azienda Ospedaliera-Universitaria Ospedali Riuniti di Trieste.
In tema di accertamento dello stato di ebbrezza, la giurisprudenza di merito ha in passato e continua tutt’ora a prendere in considerazione e ad esprimersi su diversi aspetti relativi tanto alle metodiche strumentali e alle procedure in uso, quanto a possibili fattori fisiologici e patologici, riferibili al soggetto esaminato, dai quali possa derivare incertezza circa le misurazioni svolte.
Una recente sentenza emanata dalla Corte di Cassazione, sez. IV Penale, n. 29888 del 2014, si è pronunciata in merito al caso di un automobilista che aveva sostenuto che i valori alcoolemici rilevati sulla sua persona erano stati viziati, per eccesso, dall’assunzione di un farmaco contenente alcool. La Corte, non disconoscendo l’esito degli accertamenti svolti, ha ritenuto il guidatore punibile per aver tenuto una condotta colposa venutasi ad integrare a seguito della concomitante assunzione di bevande alcooliche e di farmaci a base alcoolica, data la concreta possibilità del realizzarsi di effetti sinergici tra le diverse sostanze.
L’argomento in discussione è stato in passato già oggetto di attenzione sia da parte della giurisprudenza sia da parte della disciplina medico-legale.
Appare importante, di conseguenza, cercare di analizzare la complessità del tema relativo alle possibili interazioni conseguenti alla concomitante assunzione di alcool e farmaci.
Generalmente, le interazioni che si possono realizzare tra alcool etilico e medicinali possono riguardare, reciprocamente, tanto i profili farmacocinetici (fase di assorbimento, distribuzione, metabolismo, eliminazione) quanto quelli farmacodinamici (effetti biochimici e funzionali che si manifestano sull’organismo).
Le modalità attraverso cui queste sostanze sono in grado di agire ed incidere su questi aspetti possono riferirsi, ad esempio, all’amplificazione degli effetti prodotti sul soggetto (in tal caso verranno considerati con particolare attenzione quelli ai quali si associa un peggioramento delle condizioni psicofisiche del soggetto e, conseguentemente, dell’idoneità a guidare in sicurezza), così come al prolungamento del tempo necessario alla metabolizzazione ed alla eliminazione dell’alcool.
L’alcool etilico o etanolo una volta introdotto nell’organismo viene assorbito, in piccola parte, a livello della mucosa oro-faringea. La parte più cospicua raggiunge lo stomaco e l’intestino tenue ove entra nel circolo ematico. Il suo metabolismo si realizza principalmente nel fegato e, in minor misura, a livello gastrico, attraverso il coinvolgimento di specifici sistemi enzimatici denominati Alcool Deidrogenasi (ADH), Aldeide Deidrogenasi (ALDH), Citocromo P-450 (CYP2E1) e Catalasi.
L’etanolo è caratterizzato dall’avere un effetto definito “bifasico” con previsione di manifestazioni di tipo eccitatorio e disinibente che si realizzano in genere a seguito dell’assunzione di basse dosi. Per dosi elevate il soggetto va incontro ad effetti progressivamente sedativi, che possono esitare sino al coma e alla morte. Per questo l’etanolo viene classificato come depressore del sistema nervoso centrale.
In considerazione di questa caratteristica, risulta oramai acclarato sia in ambito medico che giuridico che la concomitante assunzione di farmaci che possano determinare effetti sedativi, sonnolenza, vertigini e/o diminuzione dello stato di vigilanza, incidendo sul profilo farmacodinamico potenziandone gli effetti, può concretamente determinare una riduzione delle performance psicofisiche necessarie per una guida sicura
In relazione al richiamato caso specifico di cui si è occupata di recente la Suprema Corte, il guidatore dovrebbe essere tenuto a conoscere e prevedere le possibili interazioni che possono realizzarsi. Ciò risulta dal fatto che tali informazioni sono, di norma, allegate al foglietto illustrativo del farmaco o comunicate da parte del medico prescrittore.
Tuttavia, un aspetto che necessita di essere approfondito e studiato con attenzione riguarda le relazioni che si prospettano nel momento in cui l’associazione di farmaci ed etanolo determina un’influenza sul profilo farmacocinetico di quest’ultimo.
Ciò si realizza qualora vi sia assunzione di medicinali in grado di esercitare un’azione inibente o competitiva nei confronti dei medesimi sistemi enzimatici deputati al metabolismo dell’alcool o che possano influenzare i tempi relativi allo svuotamento gastrico. L’effetto che può derivarne consiste nel rallentamento della velocità di metabolizzazione ed eliminazione dell’etanolo, vale a dire nel mantenimento di livelli alcoolemici più elevati rispetto a quanto ragionevolmente lo sarebbero stati in assenza dell’assunzione del farmaco.
In questi casi, inoltre, non di rado è da considerare che la possibilità da parte del soggetto assuntore di conoscere sempre a priori tali reciproche influenze, rimane limitata. Queste, infatti, possono essere non sempre semplici da prevedere e ciò può derivare tanto dalla mancata indicazione nella documentazione allegata al farmaco dell’azione che esso esercita a livello enzimatico, quanto dalla mancanza di studi scientifici conclusivi illustranti quali siano gli effetti prodotti sulla capacità di guidare e sull’uso di macchine.
In conclusione, qualora la contestazione di guida in stato di ebbrezza ricada sotto questa previsione, risulta auspicabile che vengano attentamente presi in considerazione tali aspetti e che lo studio e l’interpretazione dei dati strumentali misurati tengano conto dei possibili fattori emergenti in grado di influire sulla farmacocinetica dell’etanolo, quindi sui valori rilevati.